Napoleone: Il libro e la propaganda

L’articolata bibliofilia dell’imperatore, avido lettore, collezionista, proprietario di favolose biblioteche e promotore dell’amore per il libro e la cultura, raccontata da Paolo Palumbo, storico e collezionista di napoleonica.

Durante la campagna d’Egitto, oltre ad un nutrito contingente militare, Napoleone portò con sé uomini appartenenti al mondo della scienza e un vasto numero di libri. In pieno deserto, il futuro imperatore di Francia, insistette affinché tutti i suoi ufficiali, nei momenti di pausa, si concedessero dei momenti per leggere i libri di storia poiché, a sua detta: “gli ufficiali devono conoscere la storia”. Negli anni che seguirono, il rapporto tra Napoleone e la carta stampata si fece sempre più stretto: egli, infatti, era un avido lettore di ogni genere letterario – prediligeva la storia antica – un raffinato bibliofilo, ma soprattutto imparò ad usare il libro come strumento di propaganda. Le pubblicazioni diventarono un viatico per glorificare la sua persona e le sue imprese agli occhi del mondo, oltre a diventare un oggetto di pregio con il quale omaggiare le personalità più in vista dell’Impero. Le biblioteche dell’Imperatore divennero una sorta di leggenda: in esse potevi trovare libri di ogni genere, tutti rigorosamente rilegati con preziose legature imperiali. Durante tutta la sua frenetica carriera Napoleone credette fermamente che il libro e la cultura fossero l’unica arma da usare per sconfiggere l’ignoranza, un nemico ben più pericoloso delle baionette.

Paolo Palumbo, genovese ma residente a Torino, si occupa da molti anni di storia militare moderna e contemporanea. Appassionato bibliofilo, ha dedicato la sua collezione di libri all’epoca napoleonica, specialmente alle relazioni sulle battaglie e alla memorialistica militare. È attualmente il rappresentante dell’area metropolitana della città di Torino dell’associazione Souvenir Napoléonien. La sua ultima pubblicazione risale al 2016: Il Reparto. Passato e presente del 9° reggimento Col Moschinvincitore del premio speciale Cerruglio sull’editoria di tematiche militari.


I commenti sono chiusi.