Che cosa farò della mia Biblioteca? Del trust e di altri simili strumenti
Stefano Marchese, commercialista e bibliofilo autore del saggio “Un trust per la mia biblioteca” nel terzo numero de “I Quaderni dell’Aldus Club”, ha spiegato dal vivo come istituire un trust per una collezione di libri e approfondito l’argomento insieme ai Soci dell’Aldus Club.
Che fine farà la mia biblioteca, dopo di me? Ho pensato di istituire un trust. Questo istituto giuridico è di origine anglosassone, nasce nel medioevo ai tempi dei crociati e dei primi monasteri francescani in Inghilterra. In Italia è stato riconosciuto da oltre 30 anni: dalla legge 16 ottobre 1989, n. 364, alla legge 22 giugno 2016, n. 112, intitolata “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare”; vi sono ormai oltre un migliaio di sentenze italiane che se ne sono occupate, di cui qualche centinaio della Cassazione, e da ultimo la circolare dell’Agenzia delle Entrate del 20 ottobre 2022 su alcuni aspetti fiscali.
Scrivendo adeguatamente le regole dell’atto di trust, la mia biblioteca mi sopravvivrà ed avrà vita autonoma; sarà amministrata da me e da persona di mia fiducia, la cui gestione sarà vigilata da un guardiano.
Stefano Marchese – Senior partner dello Studio Marchese, Bagnara & Associati – commercialisti in Genova e Milano, è socio dell’Aldus Club, full member della Society of Trust and Estate Practitioners (STEP – Londra), socio dell’Associazione “Il trust in Italia”, dell’IFA-International Fiscal Association, del Rotary Club di Genova Est e del Circolo Artistico Tunnel di Genova. È iscritto all’European Register of Tax Advisors (CFE – Bruxelles). È componente del Comitato Scientifico dell’“Istituto per il Governo Societario” (Roma), della Fondazione “Accademia Romana di Ragioneria” (Roma), del “Centro Studi di diritto tributario Villa Marigola” (Lerici) e di STEP Italy. È socio benemerito dell’Associazione Magistrati Tributari.
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